L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha pubblicato, il 29 marzo 2016, il parere rivolto al Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, al Ministro dello Sviluppo Economico ed ai Presidenti di Regione (AS1266).
Il parere è stato formulato ai sensi dell’art. 22 L. n. 287/90, a proposito di alcuni accordi di filiera stipulati tra il 2010 e il 2014 nell’ambito di alcuni tavoli interprofessionali, convocati dall’Assessorato all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Piemonte. Tali accordi riguardano le modalità di cessione di determinate uve utilizzate per produrre vini bianchi DOCG e DOC.
L’Autorità riconosce preliminarmente che l’industria vitivinicola è sempre stata caratterizzata da una disciplina pervasiva che mira alla stabilizzazione dei mercati. Da ciò è derivato il frequente ricorso a “catene pattizie” tra agricoltori ed acquirenti, con cui è possibile esercitare controllo sulla quantità di uve e vini resa disponibile sul mercato.
Inoltre, l’Autorità rileva che gli accordi relativi alla modalità di cessione di uno di questi tipi d’uva determinano anche i prezzi di conferimento dell’uva stessa.
Tanto premesso, l’AGCM fermamente sottolinea la necessità di circoscrivere le intese di filiera esclusivamente a quanto consentito dalla normativa vigente, con l’espressa esclusione di accordi di prezzo delle uve e tanto più dei vini sfusi.
Richiama quindi gli enti competenti ad un uso il più possibile circoscritto di meccanismi di controllo delle attività d’impresa, perché incidenti direttamente sulle disponibilità di prodotto (nonché sui prezzi) nei mercati finali, ed invita gli stessi a perseguire, per quanto di propria competenza, una gestione delle attività vitivinicole nell’armonica considerazione dei diversi interessi rilevanti, alla luce di tutti i vigenti principi dell’ordinamento.
Per leggere il testo del parere: AS1266
Fonte: AGCM