L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha pubblicato, il 14 marzo 2016, il parere rivolto al Consorzio intercomunale per i servizi socio sanitari, al Consorzio intercomunale delle farmacie laziali, ed ai Comuni di Somma Vesuviana, Sant’Antonio Abate, Villaricca, Acerra, San Nicola La Strada, Ottaviano, Cesa, Calvizzano, Cellole, Recale, Saviano, Lusciano, Casandrino, Crispano e Afragola (AS1261).
Il parere è stato formulato ai sensi dell’art. 22 L. n. 287/90, a seguito di due denunce (pervenute la prima da Federfarma e dall’Ordine dei Farmacisti di Napoli, Benevento e Salerno, e la seconda da parte del Comitato “Cittadini di Bracciano in movimento”), in merito all’affidamento diretto della gestione delle farmacie nella titolarità dei Comuni aderenti al “Consorzio intercomunale per i servizi socio sanitari” (CISS) e al “Consorzio intercomunale delle farmacie laziali” (CO.I.FA.L.) alle società miste, a prevalente capitale privato, Inco.Farma S.p.A. e Laziofarma – farmacie pubbliche laziali S.p.A.
L’Autorità ha premesso di essere già intervenuta più volte per segnalare agli organi di Governo gli effetti distorsivi sulla concorrenza derivanti dalle previsioni normative nazionali che limitano, anche da un punto di vista strutturale, l’accesso agli esercizi farmaceutici.
Rispetto al caso di specie, secondo l’Autorità, l’affidamento diretto, ossia in assenza di gara, della gestione di farmacie comunali a società miste a prevalente capitale privato (quali la Inco.Farma S.p.A. e la Laziofarma – farmacie pubbliche laziali S.p.A.), tramite la semplice adesione dei Comuni che ne sono titolari al Consorzio CISS o al Consorzio CO.I.FA.L., può comportare problemi da un punto di vista antitrust. Tale metodo infatti sottrae al meccanismo concorsuale l’affidamento delle nuove sedi farmaceutiche o di quelle che si rendono vacanti, ed elimina, in relazione ad esse, la possibilità di una concorrenza per il mercato.
Per leggere il testo del parere: AS1261
Fonte: AGCM.