Sono settimane frenetiche a Bruxelles nell’ambito dei lavori parlamentari per l’analisi e l’approvazione della proposta di direttiva in materia di antitrust enforcement pubblicata dalla Commissione europea lo scorso giugno.
La proposta di direttiva, pubblicata dalla Commissione dopo un periodo di gestazione durato oltre tre anni, aveva stupito la comunità antitrust e gli addetti ai lavori per il tono sbilanciato sulla tutela delle prerogative del public enforcer, ed in primis della Commssione europea, nell’ambito delle azioni dinanzi alle giurisdizioni nazionali piuttosto che nell’inserimento di veri e propri incentivi di carattere strutturale alla proposizione di azioni di danno basate su una violazione delle regole antitrust comunitarie.
Un’altra novità della proposta di direttiva è stata l’assenza della disciplina delle azioni collettive (collective redress o class action). Tale disciplina era stata espunta dal testo finale della proposta direttiva, ed oggetto di una apposita comunicazione rivolta agli Stati membri, nonostante la Commisisone ne abbia ribadito la rilevanza politica e l’utilità sostanziale nell’ambito del pacchetto di misure volte a promuovere il private antitrust enforcement fin dal Libro Bianco del 2005.
Non è da escludere, tuttavia, che il Parlamento Europeo, introduca una disciplina delle azioni di classe in antitrust nel testo della proposta di direttiva attualmente oggetto di discussione ed esame parlamentare.
Un emendamento in tal senso è stato proposto dalla parlamentare Olle Schmidh (il cui testo integrale – in inglese – è disponibile qui: Schmidt opinion collective redress).
Secondo l’estensore dell’emendamento “There should be an integrated approach to collective redress to ensure consistent treatment of damages, such as consumer protection laws. Since such horizontal measures are still not reality, the rapporteur would like to introduce them in this Directive. Given the low number of actions for damages more has to be done to encourage consumers to claim their rights. Collective actions will lower the threshold for consumers to approach national courts”.
Fonte: Parlamento Europeo