Con sentenza del 10 luglio 2014, la Corte di giustizia ha respinto integralmente l’impugnazione di Telefónica, confermando l’ammenda di 151.875.000 euro imposta dalla Commissione per violazione dell’art. 102 TFUE (abuso di posizione dominante).
La sentenza della Corte ha ad oggetto la decisione del 4 luglio 2007 con cui la Commissione aveva dichiarato che le società Telefónica e Telefónica de España avevano abusato, tra il settembre 2001 e il dicembre 2006, della loro posizione dominante, imponendo prezzi iniqui ai propri concorrenti. Per raggiungere tali obiettivi l’impresa dominante aveva compresso oltremodo i margini tra i prezzi dell’accesso alla banda larga al dettaglio sul “mercato di massa” spagnolo e i prezzi dell’accesso alla banda larga all’ingrosso a livello regionale e nazionale. La decisione era stata poi confermata dal Tribunale con sentenza del 29 marzo 2012.
In relazione alla sentenza di primo grado, la Corte ha sottolineato anzitutto che il Tribunale ha proceduto ad un esame approfondito della decisione della Commissione alla luce dei motivi di ricorso dedotti da Telefónica, soddisfacendo così i requisiti di un controllo esteso al merito.
La Corte ha rilevato altresì che la Commissione ha dimostrato l’esistenza di effetti anticoncorrenziali potenziali idonei a precludere l’accesso al mercato a concorrenti di efficienza quantomeno pari alla Telefónica, circostanza sufficiente a dimostrare l’abusività della pratica della compressione dei margini. Anche questa circostanza era stata correttamente esaminata dal Tribunale.
Telefónica aveva sollevato anche un’eccezione di diritto con la quale riteneva che la pratica di compressione dei margini non potesse essere ragionevolmente ricompresa tra quelle vietate ex art. 102 TFUE, in base ad una valutazione ex ante della norma. La Corte, al contrario, ha ritenuto che tale interpretazione fosse ragionevolmente prevedibile nel momento in cui l’infrazione è stata commessa data la portata della norma suscettibile di applicazione.
Infine, la Corte ha confermato anche la correttezza delle motivazioni in punto di diritto della sentenza del Tribunale nel qualificare l’infrazione come <<molto grave>>. Il fatto che il mercato geografico in esame fosse limitato al territorio spagnolo non esclude, come invece ritiene Telefónica, che il livello di gravità dell’infrazione possa essere qualificato come <<grave>> o <<molto grave>> sulla base di altri criteri che ugualmente definiscono l’infrazione.
Il testo integrale della sentenza (in italiano) è disponibile al seguente link.
Fonte: Curia