L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha deciso di rendere obbligatori gli impegni presentati dalle società Industria Chimica Emiliana S.p.A. (ICE) e Prodotti Chimici e Alimentari S.p.A. (PCA) e di chiudere senza accertamento di infrazione il procedimento A473.
Come si ricorderà, il procedimento era stato avviato nel dicembre 2013 per verificare se la società ICE, anche attraverso la sua controllata PCA, avesse abusato della posizione dominante detenuta nella produzione e vendita di acido colico, un semilavorato della bile bovina necessario alla produzione di “acido ursodesossicolico”, principio attivo alla base di farmaci impiegati per il trattamento di gravi e diffuse malattie epatiche. L’avvio seguiva, in particolare, la segnalazione di un concorrente, avente a oggetto presunte condotte abusive, consistenti nell’applicazione di rilevantissimi aumenti dei prezzi di fornitura del prodotto in questione e più in generale nel rendere più difficoltoso l’approvvigionamento dello stesso. ICE, attraverso la controllata PCA, avrebbe anche fatto ricorso a offerte selettive di acido ursodesossicolico, cioè vendite particolarmente convenienti riservate alla clientela dell’impresa denunciante.
In tale contesto, gli impegni presentati dalle società ICE e PCA ai sensi dell’articolo 14-ter della legge n. 287/90, così come modificati a seguito del market test, consistono nell’immissione sul mercato, da parte del gruppo ICE, di alcuni lotti della materia prima necessaria a produrre acido colico (la bile bovina) ad un prezzo sostanzialmente pari al proprio prezzo medio di acquisto di ICE più un margine specificato. Tali impegni assumono quindi sostanzialmente che tutte le condotte del gruppo ICE lamentate da RGR e DP, ivi comprese quelle relative alle condizioni di fornitura dell’acido colico, non risulterebbero idonee a produrre gli effetti escludenti lamentati in presenza di una concreta possibilità, per i denuncianti stessi o per gli altri operatori, di approvvigionarsi direttamente di bile bovina a condizioni non dissimili rispetto alle società del gruppo ICE.
L’AGCM ha ritenuto tale assunto ampiamente corroborato dalle evidenze emerse in corso di istruttoria. Gli impegni presentati dalle società ICE e PCA sono stati quindi ritenuti idonei a far venire meno i profili anticoncorrenziali oggetto dell’istruttoria, nonché tali da rafforzare le dinamiche concorrenziali esistenti nei mercati interessati, premiando il confronto sull’efficienza complessiva di filiera, piuttosto che sui singoli mercati verticalmente collegati. Secondo l’AGCM, tali impegni costituiscono un incentivo, per i concorrenti di ICE, a modificare la propria struttura produttiva in funzione di un’internalizzazione delle efficienze derivanti dall’integrazione verticale a monte, investendo sulla costituzione di un’autonoma rete di approvvigionamento della materia prima, piuttosto che sul reperimento del prodotto intermedio.
Il provvedimento finale è disponibile qui.
Fonte: AGCM