Con provvedimento del 28 giugno 2017, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha deliberato di avviare un’istruttoria nei confronti di Telecom Italia S.p.A. (di seguito, “Telecom Italia”) per accertare possibili violazioni all’art. 102 TFUE.
In particolare, secondo l’Autorità, Telecom Italia avrebbe posto in essere un’articolata strategia volta (i) a ostacolare lo svolgimento delle procedure di gara indette da Infratel Italia S.p.A. (di seguito, “Infratel”) per la copertura con reti FTTH delle aree bianche, in modo da preservare la posizione monopolistica storicamente detenuta in tali territori ed evitare l’ingresso di nuovi operatori concorrenti, nonché (ii) ad accaparrarsi preventivamente la clientela sul nuovo segmento dei servizi di telecomunicazioni al dettaglio a banda ultralarga, anche con politiche commerciali anticoncorrenziali (prezzi non replicabili, lock-in).
Più nel dettaglio, nel corso dell’espletamento delle gare indette da Infratel, Telecom Italia avrebbe annunciato una modifica dei piani di investimento rispetto a quanto comunicato alla stessa Infratel nel corso della consultazione pubblica svolta per l’individuazione delle aree a fallimento di mercato. Così facendo, Telecom Italia avrebbe tentato di rimettere in discussione la classificazione delle aree in cui è stato suddiviso il territorio nazionale, dichiarando l’intenzione di investire comunque nelle aree bianche. La strategia di Telecom Italia sarebbe stata posta in essere anche attraverso la proposizione di numerosi ricorsi e segnalazioni ad autorità giudiziarie e amministrative. Secondo l’Autorità, rallentando le procedure di selezione dei soggetti incaricati di realizzare le reti a banda ultralarga nelle aree bianche, Telecom Italia potrebbe ostacolare lo sviluppo di forme di concorrenza infrastrutturale e l’entrata di nuovi concorrenti.
Con riferimento alle offerte commerciali di servizi di telecomunicazioni a banda ultralarga, invece, l’Autorità valuterà se le condizioni tecniche ed economiche in esse contenute siano tali da vincolare il cliente al contratto di fornitura di Telecom Italia per un lungo periodo (lock-in) e con prezzi non replicabili da parte degli operatori alternativi. Tale condotta potrebbe risultare idonea a restringere indebitamente lo spazio residuo di contendibilità della clientela per gli operatori concorrenti, limitando la concorrenza nel mercato per i servizi di telecomunicazioni al dettaglio a banda ultralarga, proprio in una fase in cui una competizione vigorosa sarebbe particolarmente auspicabile.
Il procedimento dovrà concludersi entro il 31 ottobre 2018.
Il provvedimento è disponibile qui: A514.
Fonte: AGCM