L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha deliberato che sono venuti meno i motivi di intervento in ordine al procedimento A517.

Come si ricorderà, con provvedimento del 31 gennaio 2018, l’Agcm aveva avviato un’istruttoria nei confronti delle società GE Medical Systems Italia S.p.A. e delle sue controllanti GE Healthcare Italia S.r.l. e GE Italia Holding S.r.l., di Siemens Healthcare S.r.l. e della sua controllante Siemens Healthineers Holding III B.V. e di Philips S.p.A. e delle sue controllanti PHILIPS Innovations S.P.A. (già PHILIPS SAECO Spa) e Koninklijke Philips N.V., per accertare l’esistenza di possibili violazioni dell’art. 102 TFUE. Tale procedimento, con delibera dell’8 agosto 2018, era stato poi esteso soggettivamente alle società Philips Medical System Nederland B.V., Siemens AG, Siemens Healthcare GmbH, GE Medical System S.C.S. e General Electric Co.
In particolare, i comportamenti anticompetitivi ipotizzati in sede di avvio riguardavano un articolato insieme di condotte escludenti di ostacolo allo sviluppo della concorrenza nell’offerta dei servizi di manutenzione dei dispositivi medici per immagini ad alta tecnologia a marchio proprio, consistenti, tra l’altro, nell’impedire l’accesso agli strumenti software e alle risorse informative per la manutenzione dei dispositivi, nonché il reperimento delle parti di ricambio originali.
Dalle risultanze istruttorie, è emerso, però, che le parti hanno più volte espresso la disponibilità a offrire in licenza le risorse informative di cui al set minimo e a vendere a chiunque ne facesse richiesta parti di ricambio, a condizioni eque e non discriminatorie. Al contrario, per quanto riguarda le limitazioni che subisce il mercato dal rifiuto dei produttori di concedere in licenza i service software di livello avanzato e gli eventuali ritardi che possono riscontrarsi sul servizio di manutenzione, l’Agcm ha valutato che questi siano giustificati dall’esigenza primaria di promuovere lo sviluppo e l’innovazione nella ricerca di apparecchiature sempre più performanti nella prevenzione e nel supporto alla cura delle patologie.
Pertanto, alla luce degli elementi di fatto e diritto, l’Agcm ha ritenuto che le evidenze agli atti non consentano di dimostrare che le predette società abbiano posto in essere le condotte abusive ipotizzate nel provvedimento di avvio.
Il provvedimento è disponibile qui:
Fonte: Agcm