L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha presentato i risultati della indagine conoscitiva svolta con riferimento al mercato della gestione del rifiuti urbani.
Secondo l’Autorità, a valle dell’analisi avviata nell’agosto 2014 sono emerse le seguenti principali criticità:
(i) un quadro critico plasmato dallo storico localismo delle amministrazioni comunali che ha determinato una struttura di mercato polverizzata, con un gran numero di operatori di piccole dimensioni, il frequente ricorso all’affidamento del servizio in via diretta e senza gara (cd. in-house providing) e una durata degli affidamenti eccessivamente lunga, fattori che non hanno consentito alcun dinamismo nell’offerta del servizio;
(ii) un eccessivo ampliamento della privativa comunale, dovuto alla prassi di comprendere nel perimetro di attività riservate al gestore della raccolta di rifiuti urbani anche la raccolta di una parte consistente di rifiuti speciali (attraverso la cosiddetta “assimilazione” dei rifiuti speciali agli urbani), nonché la gestione delle fasi a valle della raccolta (attraverso la cosiddetta “gestione integrata” dell’intero ciclo dei rifiuti), le quali, invece, si prestano a una gestione più concorrenziale e comunque esterna alla privativa comunale;
(iii) una regolazione (in buona parte locale) molto restrittiva dell’accesso ai mercati del trattamento meccanico-biologico (TMB) e della termovalorizzazione (TMV) dei rifiuti indifferenziati, che ha determinato una significativa sotto-capacità impiantistica in tali settori, nonché l’eccessivo ricorso allo smaltimento in discarica.
Su tali basi, l’AGCM ha avanzato una serie di proposte volte ad aprire alla concorrenza il settore, che se realizzate contribuirebbero al raggiungimento degli obiettivi ambientali posti dalla disciplina di settore.
Il testo dell’indagine è disponibile qui: IC49_testoindagine
Fonte: AGCM